L’estinzione debito è una procedura che comporta l’azzeramento del prestito e la sua cancellazione. Si tratta di un’operazione che può avvenire in diverse occasioni:
- per scadenza naturale del piano di ammortamento;
- per scadenza anticipata nel caso in cui il debitore abbia il capitale necessario per chiudere prematuramente il rapporto con il proprio creditore;
- con saldo e stralcio.
Proprio su questa ultima opportunità vogliamo ora concentrare qualche condivisione maggiore.
Estinzione debito con saldo e stralcio
Nel caso in cui il debitore abbia difficoltà nell’onorare il pagamento di un prestito contratto con una banca o con altro creditore, tra le strade che ha per poter cercare di regolare il debito vi è anche quella del saldo e stralcio, ovvero del pagamento di una cifra inferiore al dovuto, in intesa con il creditore.Il sistema del saldo e stralcio è dunque una modalità di estinzione debito che permette al debitore di accordarsi con il creditore, liquidando il debito esistente in un’unica soluzione, ma con un importo che risulta essere inferiore alla somma effettivamente dovuto.
Il “saldo” di cui si parla è dunque la somma che viene versata dal debitore, in una sola soluzione. Lo “stralcio” è invece l’estinzione del debito pregresso.
Perché ricorrere al saldo e stralcio
I motivi per cui le parti potrebbero avere dei benefici nel ricorrere al saldo e stralcio sono davvero numerosi e… non solamente per il debitore!
Naturalmente, chi è titolare di posizioni passive potrà utilizzare il saldo e stralcio per poter estinguere il proprio debito pagando una cifra inferiore a quella realmente dovuta.
Per il creditore vi è invece il grande vantaggio di mettersi al riparo dalle conseguenze derivanti dalla impossibilità di riscuotere il credito. Insomma, ci si accontenta di incassare di meno, piuttosto che rischiare di non incassare niente, o di farlo al termine di una lunga procedura esecutiva.
Saldo e stralcio nella legge 3/2012
Si tenga conto che la procedura di estinzione del debito mediante il saldo e stralcio è integrabile anche all’interno delle procedure di cui alla legge 3/2012, ovvero la legge che ha introdotto nel nostro ordinamento alcune soluzioni per la gestione della crisi da sovraindebitamento.
Dunque, ad esempio, il debitore potrebbe raggiungere un “mini concordato” con i creditori, all’interno della procedura di accordo con gli stessi, proponendo proprio uno stralcio parziale delle posizioni. Oppure, potrebbe sposare l’ipotesi di un piano del consumatore che possa essere omologato dal giudice. O ancora, una liquidazione del patrimonio, il cui ricavato andrà evidentemente a soddisfare i creditori.
Tante opportunità per poter cercare di risolvere la propria crisi del debito, con procedure snelle e inquadrate all’interno di una tutela giudiziale. Quanto basta per poter rendere conveniente la loro valutazione, richiedendo il supporto attivo di un professionista che possa prestare una consulenza attenta e qualificata nei confronti del debitore che si dichiari interessato a risolvere la propria situazione di sovraindebitamento.