L’indebitamento è la condizione che nasce nel momento in cui un soggetto (debitore) ottiene un trasferimento di ricchezza da un altro soggetto (creditore), impegnandosi a rimborsarlo nei modi e nei tempi concordati.
Considerato che di norma si parla di prestiti fruttiferi, il debitore sarà tenuto a restituire sia il capitale che gli interessi.
Si tratta, evidentemente, di una situazione del tutto normale. A tutti capita infatti di contrarre un debito per il compimento di particolari operazioni di spesa, e – anzi – i prestiti costituiscono un elemento fondamentale di qualsiasi economica.
Il problema sorge, semmai, nel momento in cui l’indebitamento diventa eccessivo. Ma quando è tale? E come se ne esce?
Le varie forme di indebitamento
Prima di saperne di più non possiamo non rammentare come esistano diverse forme di indebitamento, ciascuna con le proprie caratteristiche. Si pensi a:- prestiti personali: si tratta della forma di finanziamento più comune, generalmente concessa dagli istituti di credito bancari;
- credito al consumo: è una formula di finanziamento legata alla necessità di sostenere l’acquisto di un prodotto;
- mutui casa: costituiscono generalmente la forma di indebitamento più rilevante per le famiglie italiane, considerato che è quella di maggiore importo.
L’elenco delle forme di indebitamento non finisce certamente qui. Così come non sono di sicuro finite qui le caratteristiche tecniche dei prestiti, che possono ad esempio distinguersi anche per le forme di garanzie eventualmente presenti (si pensi a un’ipoteca) o per la forma tecnica di tasso concordato (variabile, fisso, misto).
Al di là delle differenze, una cosa è certa: l’indebitamento è una condizione del tutto normale fino a quando non determina uno squilibrio. Ma cosa significa?
I problemi dell’indebitamento
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare qualche riga fa, l’indebitamento è parte integrante dei rapporti ordinariamente presenti in una qualsiasi economia.Per il debitore, però, l’indebitamento potrebbe rappresentare un problema se non è tenuto “a bada”. Quando, infatti, l’importo delle rate diventa eccessivo per le proprie reali possibilità di rimborso, e non si ha del patrimonio prontamente liquidabile con cui intervenire, si finisce in una condizione di sovraindebitamento che, il più delle volte, viene aggravata da condizioni straordinarie e non pianificate: si pensi alla perdita del proprio posto di lavoro, a una malattia o a spese familiari impreviste.
Purtroppo, le conseguenze di una condizione di sovraindebitamento sono spesso nefaste. Si finisce con l’accumulare ritardi nei pagamenti delle rate, si va incontro a messe in mora e, quindi, si arriva ad esse coinvolti in procedure esecutive.
Fortunatamente, anche a questo c’è rimedio!
Come uscire dall’indebitamento
Nel corso degli anni il legislatore è intervenuto più volte sul tema del sovraindebitamento, prevedendo delle procedure di uscita da questa condizione di squilibrio.
Una delle più note e utili è certamente quella introdotta dalla legge n. 3/2012 – non a caso spesso mediaticamente ribattezzata come “legge salva suicidi” – grazie alla quale il debitore può rivolgersi al tribunale per poter omologare un progetto di risoluzione delle proprie difficoltà.
Considerata la varietà di scelte che il debitore potrebbe effettuare, è tuttavia consigliabile rivolgersi a un professionista nella gestione del sovraindebitamento.